Osservare, riflettere, progettare

Studio Architetto Alessandro Barciulli

Nell’ambito della progettazione del restyling di una casa fine anni 80/primi anni 90, o meglio dire riprogettazione, finalizzata a prevedere e conoscere il risultato finale prima dell’inizio dei lavori, mi sono trovato a riflettere su ciò che avevo davanti.

In fondo si tratta di un fabbricato costruito poco meno di 30 anni fa, per cui , direi, abbastanza recente; allora, perché questa casa stimola una riflessione?

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Lo stato di fatto
Bè, intanto la fine degli anni 80 ha rappresentato la fine del boom edilizio in Italia (iniziato subito dopo l’ultima guerra), fino a quegli anni i costi di mantenimento di una casa erano ancora accettabili, anche se il problema energetico già si faceva sentire; infatti risale al 1991 la prima Legge italiana che si occupa di risparmio energetico e tenta di razionalizzare il problema dei consumi e delle fonti rinnovabili di energia (Legge 10/91), mentre nel 1995 la Legge quadro 447/1995 prevede valutazioni di clima e di impatto acustico, norme sicuramente importanti, ma prese sotto gamba sia dagli operatori economici che dalle amministrazioni pubbliche fino almeno ai primi anni 2000. 



Tornando all’epoca della nostra costruzione (circa il 1990), come non ricordare che ancora in quegli anni non esistevano le tasse sulla casa e che una costruzione rappresentava ancora “il Capitale” delle famiglie italiane.

Mentre mi accingevo alla riprogettazione di questo fabbricato non potevo non pensare che questa casa, in fondo, rappresentava la fine di un’epoca, lo spartiacque tra un’Italia “spensierata” ed un Italia “spaesata”, senza alcuna certezza sia nel presente che nel futuro. 

Forse oggi siamo più “civili”, grazie agli “obblighi” europei che ci stanno costringendo, nostro malgrado, a stare al passo con gli altri paesi europei, ma sicuramente abbiamo dimostrato di non essere ancora pronti.

Con in testa queste riflessioni come affrontare questo progetto?  Gli elementi alla base di ogni progetto sono sempre gli stessi: estetica, benessere, rispetto del luogo.

In questo caso estetica e rispetto del luogo vanno di pari passo, in fondo non era stato richiesto uno stravolgimento delle forme per cui la caratteristica originale del fabbricato è stata rispettata, di conseguenza il luogo è stato rispettato, magari arricchito con la progettazione approfondita del verde e degli spazi esterni che, a mio parere, devono essere vissuti al pari dell’abitazione; il giardino, il parco o semplicemente lo spazio esterno sono da considerare come un secondo salotto, che muta colori e abitudini al mutare delle stagioni.


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Interno del salone - stato di fatto
Il benessere è stato affrontato partendo dallo stato di fatto: una camera, collegata ad una piccola mansarda-studio, una cucina, il bagno ed un grande salone, all’apparenza poco utilizzato.  


Rispetto alla distribuzione interna ed alla vita all’interno dell’abitazione è stato sufficiente spostare la cucina all’interno del salone ed ottenere una ampia open space costituendo ora una distinta zona giorno in diretto collegamento con il giardino esterno, questa soluzione determina la realizzazione di una seconda camera ed una migliore distribuzione interna.

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Il risultato del progetto della nuova open space

Oltre a ciò, il benessere doveva essere affrontato anche dal lato del consumo energetico; dall’analisi dei materiali e tecniche costruttive utilizzate e ricordando la precedente riflessione circa l’epoca della realizzazione, sappiamo che abbiamo di fronte una casa che consuma tantissimo.


Sappiamo anche che oggi il costo delle bollette è altissimo, non dipende dal fornitore di energia, non dipende neanche da quanto possiamo essere virtuosi nei consumi, dipende principalmente dalle molteplici tassazioni in essere all’interno di ogni bolletta; è totalmente inutile risparmiare nel riscaldamento, nel consumo della luce, dell’acqua quando la bolletta sarà sempre e comunque “salata” a causa delle tasse, costi e spese che non possiamo evitare.


Allora, è evidente che non poteva essere sufficiente progettare soluzioni atte a rientrare nei vari parametri minimi indicati dalle varie normative del settore, ma era necessario progettare un edificio a consumo quasi zero e se possibile anche autosufficiente, e così è stato.

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