Sostenibilità ambientale nella costruzione e ristrutturazione di edifici

Il Colosso dell'Appennino (opera del Giambologna), Villa Demidoff a Pratolino, Firenze

Parlare di sostenibilità ambientale è oggi un tema di importanza fondamentale per la vita di tutti noi, non deve essere un tema “alla moda” ma un obiettivo a lungo termine utile a garantire un futuro alla nostra ed alle generazioni future.

E’ evidente che questa riflessione personale deve essere considerata come una riflessione dalla parte del progettista, primo elemento della complessa catena di professionalità e manualità che porta alla realizzazione dell’edificio.

Attualmente la tendenza è quella di porre attenzione al consumo energetico di un edificio (anche perché imposto dalle normative in vigore), mantenendo tradizionalmente invariate tecniche e modalità progettuali e costruttive; da parte delle amministrazioni pubbliche, invece, in merito alla sostenibilità ambientale si tende a ridurre od impedire la trasformazione del territorio, spesso non tenendo conto che il rispetto dell’ambiente passa dalla valorizzazione del territorio e dalla qualità costruttiva, più che dal ridurre semplicemente il consumo di territorio stesso.

Risulta, a mio avviso, evidente che deve cambiare la mentalità di tutti coloro che operano nel processo edilizio, aumentare la consapevolezza e l’informazione iniziando proprio dalla figura del progettista architettonico e dalle sue scelte progettuali



Alcune delle osservazioni, che mi sento di condividere, sono: i materiali tradizionalmente utilizzati sono spesso il prodotto di un’attività estrattiva, di una trasformazione industriale inquinante, di un forte consumo energetico e di un notevole volume di rifiuti, spesso tossici e non smaltibili, quando si raggiunge il “fine vita” della costruzione; inoltre, non è secondario osservare,  il livello di confort abitativo interno che ne consegue: nella costruzione tradizionale ci sono materiali che continuamente disperdono elementi tossici e inquinanti, gli ambienti tradizionali necessitano di grandi quantità di energia, che puntualmente disperdono, nel tempo necessitano di costose manutenzioni, necessitano di complesse reti di approvvigionamento e di smaltimento che determinano costi sociali notevoli sia per la loro realizzazione che per il loro mantenimento.

Le costruzioni realizzate non sono quasi mai ermeticamente sigillate, con il risultato della formazioni di muffe (che poi respiriamo), o con il risultato della notevole dispersione termica; spesso, il fabbricato costruito, non tiene conto dello stato dei luoghi e tanto meno dell’esposizione, vanificando anche quel tipo di apporto naturale di cui potrebbe gratuitamente godere; raramente viene studiato e realizzato un adeguato trattamento dell’aria interna, magari per la convinzione di ridurre i costi di costruzione.

Queste osservazioni sono solo alcune (e le prime che vengono a mente), delle mancanze progettuali e costruttive che caratterizzano il modo tradizionale di costruire.
Vorrei però specificare che per modo tradizionale di costruire non voglio intendere le costruzioni che costituiscono il nostro patrimonio edilizio storico, infatti, quelle costruzioni erano sempre rispettose del paesaggio nel quale venivano inserite, la costruzione veniva realizzata utilizzando i materiali reperibili in loco unitamente alla forte attenzione all’esposizione solare, alla predominanza dei venti, alla vicinanza dei corsi d’acqua. 
Ritornando alla nostra riflessione, anche solo elencando gli aspetti “tradizionalmente” negativi si percepisce quale è la giusta dimensione nella quale dobbiamo tutti operare e sempre iniziando dal progettista.
Studio Architetto Alessandro Barciulli

Esistono già tanti modi di costruire “rispettosi” dell’ambiente

Edifici in legno, pareti in canapa, pareti in paglia, e così via, tutti antisismici, a forte contenimento energetico, con elevate capacità di isolamento acustico, traspiranti, ecc…. Le costruzioni in legno, anche se a fatica, stanno “entrando nell’immaginario collettivo”, per le altre solo i virtuosi e gli addetti ai lavori ne comprendono le qualità.
Sicuramente già esistono le tecnologie per “gestire” e “regolare” l’abitat interno dell’abitazione (sistemi per il trattamento dell’aria, pompe di calore, fotovoltaico, solare termico, domotica, ecc…). 

E allora che fare? 

Dato per scontato di possedere già una sensibilità al riguardo e la convinzione che questa è la strada giusta da percorrere, prima di tutto è necessario informarsi ed aumentare il più possibile le nostre conoscenze al riguardo, l’approccio progettuale deve sempre partire e svilupparsi nell’ambito sostenibile, trasmettere al proprio cliente la convenienza e i vantaggi ottenibili (tra i tanti: benessere psico-fisico, progressivo risparmio economico, ecc…), comunicare agli altri operatori (imprese di costruzioni comprese), le tecniche, la modalità e direi anche la cultura eco sostenibile necessaria per completare l’opera nel pieno rispetto della auspicata compatibilità e sostenibilità ambientale.

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