Architettura dei piccoli spazi

Valorizziamo il patrimonio edilizio esistente

Viviamo in tempi di crisi economica, forse anche sociale; costruire una nuova casa è sempre più difficile, grazie anche all’immobilismo di molte amministrazioni comunali, sempre più impegnate a radicare consensi piuttosto che rispondere ai bisogni dei propri cittadini: molte città, ancora non hanno il proprio Piano Strutturale e molte altre non sono dotate nemmeno del necessario Regolamento Urbanistico.



Con le città sempre meno in espansione, anche per la minore disponibilità di territorio, l’attenzione è sempre più rivolta al già costruito.


I costi degli alloggi sono sempre più cari e le disponibilità economiche continuano a scarseggiare, anche per l’indiscriminato aumento delle tassazioni;  di conseguenza, nessuno si può permettere di sprecare, né spazio abitativo, né le poche economie rimaste.


La sfida più grande è intervenire in ambiti piuttosto ridotti e particolarmente all’interno dei nostri Centri Storici; da un lato, ci dobbiamo confrontare con caratteristiche architettoniche consolidate da recuperare e, se possibile, da valorizzare, dall’altro lato, dobbiamo rendere gli ambienti adatti ai livelli moderni di confort.   Questi due aspetti progettuali, già di per se complessi da coniugare, dovranno essere condizionati dalle risposte che dovranno essere date ai bisogni ed ai desideri espressi dal committente.








Questi casi, a mio parere, saranno sempre più frequenti.  L’Architetto, si dovrà esprimere come fosse un direttore d’orchestra: mettere in campo la sua preparazione storica, la conoscenza profonda dei materiali (sia della tradizione che innovativi), studiare e coordinare le varie funzioni abitative, in contemporanea con la scelta degli impianti e delle tecnologie che vi saranno installate, non distogliere mai l’attenzione dalla sostenibilità dell’intervento e dal previsto benessere abitativo, divenire psicologo, artigiano, artista ed anche illusionista (attraverso, magari, scelte di arredo su misura e personalizzate).


Senza nulla togliere a tutti gli altri professionisti e tecnici, che gravitano attorno al mondo dell’edilizia, questo è uno dei casi dove l’Architetto può dare il meglio di se.


Certo, non da solo, ma sapendo utilizzare al meglio tutte le professionalità tecniche (ingegneri per le strutture e gli impianti) e le capacità artigiane (falegnami, fabbri, impiantisti, pavimentisti, decoratori), coordinandone assieme le qualità.


La sfida prossima, sarà valorizzare l'abitabilità dei Centri Storici italiani.


Nessun commento:

Posta un commento